RIGUTINO.IT

Sedes Materiea

Scriviamo ancora una volta della Filanda che fu aperta a Rigutino nel 1811 dal suo inventore Jonsoul. Dava lavoro a circa 120 donne ed una ventina di uomini di Rigutino e dintorni. Nella foto qui sotto “le filandine” negli anni ’30 si riconoscono, da sinistra a destra: Lucci Teresa in Sinatti; la signora con il bambino non sappiamo chi sia; Giuseppe Sinatti (il signore in piedi); Iolanda Sinatti; la quinta ci è purtroppo sconosciuta; 6 – al centro della foto Silvio Greci; Anita Cocchi in Moretti; Paola Stocchi; la prima signora a destra non siamo riusciti a riconoscerla. I lavoratori della filanda venivano pagati ogni quindici giorni e nell’agosto 1920

le quindicine Si pagano 2,20 per ciascuna, per la disoccupazione e per la vecchiaia. Le filandine chiesero l’aumento della paga al padrone che dal mese di settembre aumentò a sei lire.

FILANDINE AL LA VORO (LA FOTO Cl È STATA GENTILMENTE FORNITA DA ENRICO VENTURI).

come si legge in una lettera indirizzata al parroco don Ferruccio Bigi:

 

Signor Pievano.

Rigutino 23 agosto 1920

La sua lettera l’ho gradita molto volentieri, però quello che lei mi dice in quanto alle

filandine non è per nulla vero che ci siamo iscritte alla camera del lavoro, l’idea di

tante ci sarebbe, perché dicono che la camera del lavoro forza il padrone aumentarci

la paga, ma ci siamo sempre delle solite che non se ne vuol parlare nemmeno e allora

tutto svanito perché dicono tutte o nessuno, ora poi non se ne parla per niente, e tutte

le quindicine si paga 2,20 per ciascuna, per la disoccupazione e per la vecchiaia,

questo bisogna pagare perché dice che è legge, sicché la camera del lavoro per noi è

annullata perché assolutamente una parte non siamo d’accordo, non è niente vero

che è venuto dei capi a fare delle adunanze, in una parola per il momento andiamo

bene, abbiamo chiesto la paga al padrone da noi stesse e lui ci ha detto che ora nel

mese di settembre ci mette a sei lire.

Panorama di Rigutino con Veduta delle Filanede

Dunque alla filanda si riscuotevano 2,20 lire ogni 15 giomi, comprensive della disoccupazione e per la vecchiaia (per i periodi in cui non c’era lavoro e penso che le filandine dovessero provvedere da sole a mettersi via qualcosa o a farsi una pensione). Facendo dunque due conti, si deduce che dopo l’incontro con il padrone si raggiunse l’accordo per 6 lire mensili invece delle 4,40 ricevute in precedenza, con un aumento di 1,40 lire ogni mese lavorato.