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Data la situazione critica di pandemia, sono ridotte in tutta Italia i festeggiamenti del 4 Novembre, giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale. Solo simbolicamente, in alcune città, e con pochi rappresentanti delle istituzioni, è stata posta una corona di fiori in memoria dei caduti. Così anche noi dell’Associazione “Il Quadrante “, a nome del popolo di Rigutino, ci siamo adeguati al momento.

Tuttavia anche nella impossibilità di prevedere un momento ufficiale di riflessione sui valori espressi da questa giornata è doverosa una simbolica partecipazione, espressa a nome di tutta la comunità. La deposizione della corona d’alloro, la benedizione e un breve pensiero hanno chiuso la giornata.

Proprio in questi frangenti così particolari e difficili il concetto di unità assume una importanza fondamentale così come è doveroso e sentito il ringraziamento a tutte le Forze Armate, donne e uomini che con professionalità e spirito di servizio svolgono la loro meritoria opera per il paese.


Ma perché proprio il 4 novembre? Bisogna tornare indietro nel tempo di oltre un secolo, all’autunno del 1918, quando le truppe italiane schierate sul Piave e sul Grappa avviarono l’offensiva finale contro l’esercito austro-ungarico. Era il 24 ottobre. Dopo aver opposto all’inizio una strenua resistenza, gli asburgici si sbandarono. È la vicenda passata alla storia come la battaglia di Vittorio Veneto, che vide prevalere le armate al comando del generale Armando Diaz. Ormai in rotta con il loro impero secolare che si andava disgregando, il 3 novembre i militari austro-ungarici firmarono a Villa Giusti (Padova) un armistizio che prevedeva la cessazione delle ostilità il giorno dopo. Così il 4 novembre divenne la data conclusiva della Grande guerra, con il ricongiungimento all’Italia di Trento e Trieste. 

Antonio Carioti, Corriere della Sera 4/11/2020