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Sedes Materiea

Centinaia di volte per andare all’Autostrada del Sole dal centro di Firenze, con mio padre siamo passati da Via di Ripoli accanto al civico 51, all’angolo con Via Benedetto Accolti; e lui ogni volta ricordava che quel triangolo di circa 40 m2 di terra, sfiorato con la macchina, è parte del Comune di Arezzo. Sì, un pezzo di Arezzo dentro la Città del Fiore.

Piero Bargellini, lo storico sindaco dell’alluvione del 1966, nelle sue “Strade di Firenze” alla voce Via di Ripoli scrive:

«un triangolo di terreno, vien detto Cantone di Arezzo, perché da moltissimo tempo proprietà del Comune aretino. Secondo la tradizione, vi sarebbero sepolti i prigionieri aretini, feriti e morti lungo la via verso Firenze dopo la battaglia di Campaldino [alla quale prese parte anche Dante Alighieri]. Nell’anno dantesco 1921, il 6° centenario della morte di Dante, il Comune di Arezzo donò una colonna a ricordo dell’episodio fra Arezzo e Firenze, che lo storico della letteratura italiana Isidoro del Lungo, nativo di Montevarchi, rievocò nella iscrizione, cominciando con i versi danteschi»

Sono passati cento anni da quando il Comune di Arezzo decise di mettere al centro del “Cantone di Arezzo” la colonna che ricorda la Battaglia di Campaldino combattutasi l’11 giugno 1289, tra i Guelfi di Firenze e i Ghibellini di Arezzo. Famosa anche per i grandi personaggi che figuravano nelle file da ambe le parti dei combattenti, fra i quali Dante Alighieri che a 24 anni si trovava nella schiera dei guelfi, feditore a cavallo, cioè nel ruolo dei cavalieri nelle prime file, che iniziavano lo scontro con il nemico.

CAMPALDINO è una tappa importante per il successo dell’egemonia di Firenze che si afferma come la più potente delle città toscane; ed è una tappa dello scontro tra i GUELFI (che con l’appoggio del Papa si oppongono all’idea di ricostituire un Impero) e i GHIBELLINI (che vorrebbero far tornare l’Imperatore tedesco che era anche Re d’Italia) e che in Toscana si concluderà con la vittoria sui Ghibellini.

L’esercito guelfo-fiorentino con i condottieri Guillaume de Durfort e Aimeric de Narbonne, coadiuvati da Vieri de’ Cerchi, Bindo degli Adimari, Corso Donati e Barone dei Mangiadori, subì la perdita di circa 1.000 tra morti e feriti.

L’esercito aretino-ghibellino, i cui capi erano Guglielmino degli Ubertini, vescovo di Arezzo coadiuvato da Guglielmino Ranieri dei Pazzi di Valdarno, detto Guglielmo Pazzo, da Guidarello di Alessandro da Orvieto, Guido Novello dei Conti Guidi, Bonconte da Montefeltro e Loccio e il fratello, subì perdite di circa 1700 uomini e tra i caduti anche il vescovo di Arezzo Guglielmino degli Ubertini e il suo generale Bonconte da Montefeltro. Tutti gli anni, l’11 giugno, le amministrazioni comunali delle due città posano un mazzo di fiori in ricordo dei caduti di quella guerra lontana.

Poppi, Campaldino – Monumento a dante Alighieri.

Anche a Campaldino, in Casentino sulle pendici del colle di Poppi, al bivio della Strada Regionale 70 della Consuma e la Provinciale 310 del Bidente per Pratovecchio-Stia, al centro della pianura dove si svolse la storica Battaglia di Campaldino è stata inaugurata nel 1921 come quella nel Cantone aretino, una colonna commemorativa, con gli stemmi di Firenze e Arezzo, con quattro iscrizioni nei quattro lati del basamento:

  • «SECENTENARIO DANTESTO MCCCXXI – MCMXXI»
  • «IN CAMPALDINO NEL NOME DI DANTE CHE QUI FU MILITE PEL SUO COMUNE FIRENZE E AREZZO CONSACRANO CON LE NEFASTE MEMORIE DELLE GUERRE FRATRICIDE IL PATTO DELL’ITALIANA FRATERNITÀ LA FEDE GIURATA DELLA NAZIONALE CONCORDIA »
  • «CORRIDOR VIDI PER LA TERRA VOSTRA, O ARETINI, E VIDI GIRAR GUALDANE. . . INFERNO – XXII»
  • «L’ESERCITO D’ITALIA IN SANTA CROCE DI FIRENZE INCHINAVA LE VITTORIOSE BANDIERE DINANZI ALL’EFFIGIE DEL DIVINO POETA E QUI NEL CAMPO FUNESTATO DA GUERRE FRATRICIDE SIMBOLEGGIAVA IN QUESTA COLONNA LA FORZA DELLE ARMI NAZIONALI L’ETERNITÀ DEL DIRITTO UMANO»