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Sedes Materiea

In data 26 Marzo 2020, dalla redazione del TGR Leonardo arriva un ottimo servizio (che vi consiglio di vedere. Link in basso) e che cerca di fare chiarezza su quanto accaduto. La giornalista e conduttrice Silvia Rosa-Brusin inizia la puntata così:
«Dal 1992 […] ogni giorno, noi, vi raccontiamo quel che succede nei laboratori di tutto il mondo, e per questo che nacque tanti anni fa TGR Leonardo, per spiegare a tutti l’attualità e il senso della ricerca scientifica. Nel 2015 realizzammo un servizio su un esperimento particolare, che riguardava un coronavirus. E bene, ieri quel servizio è letteralmente esploso sui social, messo in collegamento erroneamente con la situazione di oggi»
 Però un mese prima non parlava proprio con questi termini. Leggete un pò:
“[…] intanto quella che era stata ritenuta una teoria fantascientifica sembra sempre più attendibile. Il nuovo coronavirus sarebbe sfuggito da un laboratori.”
Cosi apriva la trasmissione di TGR Leonardo del 17/02/20 Silvia Rosa-Brusin, lanciando in onda il servizio di Elena Cestino, che nel video si domandava: “Il nuovo coronavirus potrebbe essere uscito da qui?” [laboratorio di Wuhan ndr] Risposta dell’autrice: !!!“forse”!!!
 
Allora mi chiedo: Perché (piaccio o non piaccia) un Ministro (ma come lui anche tanti italiani spaventati o semplicemente che si fanno delle domande) che pubblica allarmato il video del TGR Leonardo del 2015 (per farla breve) chiedendo di fare chiarezza, sarebbe un “Fascio-Leghista” bufaiolo [ndr]? Mentre giornalisti che ‘spingono’ il servizio per renderlo più appetibile e interessante, invece, risultano professionisti e autorevoli?
Colpa forse dell’influenza di Trump? O di Putin? e la Finocchiona è di destra o di sinistra? (quest’ultima domanda è volutamente fuori luogo e ironica ovviamente), ma siamo sempre alle solite menate sinistroide, quando, per usare le parole del Prof Carlo Palenda:
«Evidentemente ci vorrà qualcosa di più grande della Cina: l’alleanza tra democrazie. […] il nemico non è il popolo cinese, anch’essa vittima, ma di un regime autoritario»
Dice l’attivista cinese per i diritti civili, Chen Guangcheng: «Il partito comunista cinese è la malattia più letale al mondo».