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Sedes Materiea

Certe volte penso che stia invecchiando sul serio…mi dico: “ai miei tempi…”sentivo dire quando ero ragazzo dagli anziani che rimpiangevano quelli della loro gioventù. Mi viene da pensare a questo e sono amareggiato ogni qualvolta inforco la bicicletta per fare una pedalata nelle nostre strade e vedo i fossi pieni, stracolmi di oggetti di plastica, vetro, insomma di ogni ben di Dio che ormai dilaga per ogni dove. Più passa il tempo e più Vedo tale abbandono, sembra che la gente faccia a gara a chi insudicia di più senza il ben che minimo senso civico e rispetto per l’ambiente. Pensare che una bottiglia di plastica impiega 400 anni per degradarsi! Mi chiedo cosa si potrebbe fare per porre fine a questo stato? Limitare l’uso e la dispersione della plastica, come?

Vediamo: multare fortemente chi disperde oggetti, ma ci vorrebbero milioni di poliziotti a guardia dell’ambiente, mettere l’IVA al 500% sulla plastica? L’ergastolo a chi non ricicla e disperde? Ma la storia insegna che il proibizionismo e la coercizione non fa che istigare la sfida.

Esistono alternative alla plastica eco responsabili, addirittura compostabili, ma il costo è più oneroso di quella attualmente commercializzata e quindi non è presa in considerazione, ma sarebbe un’ottima soluzione. Allora proviamo a EDUCARE (che parola difficile!) in primis con la televisione; oltre che farci pagare il canone e trasmettere pubblicità che induce al consumo sfrenato, potrebbe anche raccomandare ogni tanto un comportamento decente verso l’ambiente (che è casa nostra, anche se molti non ci credono) e non limitarsi a denunciare. La scuola? Già, quella dove materie come l’educazione civica sono ormai bandite, non c’è sensibilità verso questi problemi. Poi sensibilizzare la gente al riciclo? Non costa poi tanta fatica selezionare, è solo questione di abitudine ma serve un maggiore impegno degli enti preposti perché questo sia incentivato e quindi come dicevo, sensibilizzazione e informazione idonea. E poi chi ha soluzioni parli, benvenuto! Ecco, ai miei tempi…già!

Non molto tempo fa il problema rifiuti non esisteva visto le poche cose che la gente aveva da gettare. Ricordo fossi e campagne senza sporco, mia madre che andando a fare la spesa si muniva di una borsa di paglia, la cosiddetta “sporta“. Il pizzicagnolo o il macellaio che avvolgevano la loro merce in fogli di carta che poi servivano per accendere la stufa. L’olio, il latte e il vino si compravano sempre con la solita bottiglia portata da casa, gli oggetti di vetro erano pochi e mantenuti per i diversi usi, non gettati. Qualsiasi cosa era degradabile perché naturale e non c’era surplus da gettare.

Non dico che la plastica è tutta inutile ma solo che il suo uso è in gran parte inutile. Ad esempio, oggi si vendono molte merci in vassoi e incartamenti di plastica, spesso in ragione di un’inutile praticità e un’igiene più di facciata poiché quello che si compra può essere pieno di mille veleni ben celati al consumatore. E accade sovente che vende più la confezione che il contenuto, una cosa che fa bene il paio con i nostri tempi dove ciò che conta è l’immagine.

L’industria della plastica è ormai diventata oltre che altamente remunerativa, anche di grande importanza finanziaria e lavorativa ed essendo per questo influente, può fare ciò che vuole, anche imporre scelte governative e far chiudere un occhio (anzi due) sui problemi che porta. È proprio impossibile farne a meno, soprattutto dove si può, e tornare a un mondo più sostenibile? La plastica avrà pure portato benefici ma se togliamo quella superflua torniamo al medioevo?

Non credo proprio.

 

Di Loris Rondoni