Arezzo città del Natale si popola di tante iniziative, oltre che di tantissima gente proveniente da tutta Italia. Una crescente attenzione nazionale rivolta alla nostra città che aumenta di anno in anno. Un momento di ottimismo che sembra dare una grande spinta a tutta la provincia; un momento che fa trasparire l’impegno e l’orgoglio di molti concittadini. 

L’Avvento si carica così di attesa, che dovrebbe spingere i nostri occhi e i nostri cuori a guardare nella direzione del buono, del bello ma sopratutto del vero. Un albero illuminato può (e dovrebbe) ricordarci questo: dalle radici con cui si propaga, alla punta che svetta verso il cielo. In questo clima di gioiosa attesa per la venuta del Natale vogliamo celebrare anche noi, qui a Rigutino, l’accensione dell’albero. 

Domenica 11 dicembre, alle ore 17:30 nel centro di Rigutino, invitiamo tutti a ritrovarci sotto l’albero per festeggiare questo momento comunitario, con la stimata e piacevole vicinanza delle autorità politiche e civili del Comune di Arezzo. Non ringrazieremo mai abbastanza tutte le persone che rendono possibile questo. Ringraziamo la famiglia Icardi, che da ormai qualche anno contribuisce e realizza a Rigutino un albero di Natale tra i più alti della provincia aretina e le illuminazioni che addobbano il centro del paese. Ringraziamo tutti gli esercenti del paese che desiderano valorizzare, addobbare e illuminare Rigutino con sempre nuove idee, iniziative e proposte; e ringraziamo tutte le associazioni di paese, perché sempre presenti nell’operare il bene sia oggi sia quando queste luci si spegneranno e saranno riposte.

Il comprensorio di Rigutino può continuare ad essere modello economico e sociale capace di custodire e trasmettere il grande bene ricevuto da quanti con umiltà ed amore alle famiglie ed al territorio hanno lottato in tutte le avversità. Papa Francesco ci ha recentemente ricordato che: 

L’Albero e il presepe sono due segni che continuano ad affascinare piccoli e grandi. L’albero, con le sue luci, ricorda Gesù che viene a rischiarare le nostre tenebre, la nostra esistenza spesso rinchiusa nell’ombra del peccato, della paura, del dolore. E ci suggerisce un’ulteriore riflessione: come gli alberi, così anche gli uomini hanno bisogno di radici. Poiché solo chi è radicato in un buon terreno, rimane saldo, cresce, “matura”, resiste ai venti che lo scuotono e diventa un punto di riferimento per chi lo guarda. Ma, cari, senza radici nulla di ciò avviene: senza basi salde si rimane traballanti. È importante custodire le radici, nella vita come nella fede. A questo proposito l’Apostolo Paolo ricorda il fondamento nel quale radicare la vita per restare saldi: dice di rimanere «radicati in Gesù Cristo» (Col 2,7). Ecco che cosa ci ricorda l’albero di Natale: essere radicati in Gesù Cristo.

Buon Natale!