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Partendo dal presupposto che il mondo è bello perché è vario, analizziamo questi tre liberi pensieri umbri.

Il primo: “Il mondo al contrario. Ossia: come ti miglioro i trasporti umbri realizzando infrastrutture in terra toscana. Una scelta che andrebbe confortata dai numeri. I quali, invece, dicono tutt’altro. Venerdì 22 settembre siamo andati, insieme a un esperto, alla stazione di Fontivegge e abbiamo monitorato il numero dei passeggeri di tre treni serali provenienti da nord. Precisamente il Regionale Veloce 4089 delle ore 22:18, il Frecciarossa 9329 delle ore 22:30 e l’Intercity 599 delle ore 23:17. Ecco i conti. Sono scesi dal Regionale 30 passeggeri, dall’Intercity 40 e dal Frecciarossa ben 180. A riprova del fatto che il Frecciarossa a casa nostra funziona alla grande.”

Ringraziando commosso per l’impegno e la buona volontà, leggendo questo articolo, la prima domanda che mi faccio è la seguente: “Ma l’esperto che ha accompagnato il giornalista alla stazione a contare chi scendeva dal treno, di cosa era esperto?” Vabbè, rimarrò col dubbio e vado avanti.

I tre treni presi in considerazione partono da:

  • il RV 4078 parte da Firenze S.M.N alle 20:14, fa 15 fermate e arriva a Foligno alle 23:06;
  • il IC 546, parte da Roma Termini alle 19:55 e finisce la propria corsa alle 22:19 a Perugia;
  • il Frecciarossa  9329, parte da Torino Porta Nuova alle 17:40, fa 9 fermate, 2 in piemonte, 3 in lombardia, 2 in emilia e 3 in toscana. Le ultime tre, sono Firenze S.M.N, Arezzo e Terontola, in pratica le stesse del RV 4089.

Fatte queste precisazioni, bisognerebbe sapere dove questi 250 passeggeri sono saliti. L’unica cosa certa è che l’ IC 546, con i suoi 40 passeggeri, non ha toccato la toscana. Sapendo benissimo che Perugia è una città universitaria, sicuramente c’era anche qualcuno del triveneto, che dovrà essere per forza salito a Bologna o Firenze, visto che non mi sembra ci siano collegamenti diretti da Perugia. Comunque, se dite che funziona, sono contento, però fate sentire la vostra voce nei confronti dell’ Assessore Regionale alle Infrastrutture e Trasporti.

Secondo pensiero, il quale invece afferma: Per rompere le catene dell’isolamento il tassello fondamentale è l’Alta Velocità ferroviaria. Adesso abbiamo un Frecciarossa a Perugia che costa un’esagerazione. Un altro deviato a Orte, al servizio del territorio ternano, che certamente avrà costi elevati. Il tutto senza offrire un servizio di qualità alla regione, ma due soli treni. La risposta è la stazione direttamente sull’Alta Velocità a servizio di tutta l’Umbria. Non più due treni molto costosi, ma lenti ed in orari poco interessanti, ma molti più treni che si fermano nella nuova stazione Alta Velocità MedioEtruria, che potranno offrire una frequenza ed un numero di corse ben maggiore a servizio di tutta la regione sia per andare al nord che per andare verso sud.

Abbiamo riattivato la ex Fcu da Ponte San Giovanni a Perugia Sant’Anna. Che significa questo? Che stiamo già risolvendo il problema del traffico sulla tratta del raccordo Perugia – Bettolle e sulla tratta della E45 tra Ponte San Giovanni e Collestrada. Che significa? Che già oggi basterebbe avere la volontà di lasciare a casa la macchina per poter ridurre il traffico veicolare perché l’alternativa già c’è. La ex Fcu collega nuovamente Perugia con Ponte San Giovanni. Si può lasciare li la macchina e proseguire in treno per il capoluogo”.

Con il terzo concludiamo tra le note di Vincenzo Briziarelli e Albano Morelli, presidenti di Confindustria e Ance, i quali parlano di “opera essenziale e strategica per superare l’isolamento dell’ Umbria e rafforzare lo sviluppo economico del territorio” da realizzare a Creti-Farneta così come ipotizzato dalla Regione.

A giugno, fu presentata nelle sedi di Perugia e Terni di Confindustria Umbria l’anteprima dei risultati di “Umbria 2032”, studio strategico per lo sviluppo dell’Umbria promosso da Confindustria Umbria, affidato a The European House Ambrosetti e realizzato con il contributo di Regione Umbria, Sviluppumbria, Fondazione Perugia e Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. In un articolo si dice testualmente:

“In particolare, gli interventi con la maggiore priorità e il maggiore impatto atteso sono il collegamento della linea ferroviaria all’Alta Velocità con la realizzazione della stazione “MedioEtruria”; l’ampliamento della copertura da Banda Ultra Larga nelle aree interne e rurali; l’affermazione dell’area di Terni come laboratorio di riferimento per l’evoluzione della manifattura in chiave green; il potenziamento dei voli dell’aeroporto di Perugia su tratte di rilevanza turistica/business con i principali Paesi target per l’Umbria e l’agevolazione dei collegamenti dai centri urbani all’aeroporto; l’insediamento in Umbria di un centro di eccellenza sull’Agrifood; l’avvio di un percorso di consolidamento del tessuto industriale; il lancio di un piano di riqualificazione delle periferie e dei centri storici e di ricostruzione del cratere sismico”.

Ora, leggendo queste affermazioni, secondo voi costruttive ma secondo me lasciano il tempo che trovano, mi spiegate come mai, Voi che avete così tanto a cuore il problema del traffico veicolare cercando di ridurlo e attendete con ansia il collegamento della linea ferroviaria all’Alta Velocità, voi che avete un target e siete green, voi che volete il potenziamento dell’aeroporto, appoggiate la costruzione di una nuova stazione in territorio cortonese (Creti), costringendo i vostri concittadini o un semplice turista,  a prendere, obbligatoriamente l’automobile per viaggiare su un treno AV?

E poi avete il coraggio di parlare di isolamento?